Non siamo ancora coscienti di tutto ciò che stiamo vivendo, perché ancora siamo immersi in questa voragine di minacce continue. Il problema sta nel vedere come affrontiamo questo coronavirus che ha rivoluzionato il nostro sistema sanitario, economico, sociale… Inoltre, la pandemia ci ha messo di fronte alla morte. Qui è dove la spiritualità detiene una missione insostituibile. Vi sono state morti, nelle strutture ospedaliere o cliniche, avvenute nella più grande solitudine, senza familiari che possano aver accompagnato la perdita. Cosa fare in questa disperata situazione di portata planetaria?
La preghiera della serenità viene attribuita a Reinhold Niebuhr. Dice così: «Signore, concedimi la serenità per accettare tutto ciò che non posso cambiare, coraggio per cambiare ciò che posso cambiare e saggezza per comprendere la differenza.» La proposta di “lasciar andare” può comportare una certa fuga dalla realtà e diventare un modo di affidare alle vibrazioni planetarie il lavoro personale e l’apertura spirituale, che sono insieme dono e lavoro. A questa serenità mirava Santa Teresa di Gesù quando scriveva: «Nulla ti turbi, nulla ti spaventi». Il lavoro consiste nel coltivare l’accettazione di fronte a ciò che non posso cambiare. Quando sì posso, nell’essere capace di denunciare l’ingiustizia, cambiare ciò che bisogna cambiare… In terzo luogo, c’è il discernimento per distinguere la differenza tra le due possibilità.
LE FONTI DELLA VITA
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- Scritto da LLUÍS SERRA LLANSANA
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