Clint Eastwood diresse un film con lo stesso titolo, nel 2009. In esso, Nelson Mandela, interpretato da Morgan Freeman, conserva il testo della poesia che gli serve come stimolo per affrontare i momenti più difficili della sua incarcerazione a Robben Island (1962-1980). Ringrazia gli “dei che possano esistere” per essere “il padrone del mio destino e il capitano della mia anima”. Un testo che, lungo la storia, ha ispirato persone semplici e personaggi di rilievo ed è stato citato in film di successo. 
In questa poesia, Henley ringrazia una divinità sfumata (“Ringrazio qualunque dio possa esistere”), per la sua anima inespugnabile. Si connette, in questo modo, a un momento culminante di Paolo di Tarso, quando si trova ad Atene e tiene dialoghi con filosofi epicurei o stoici. Questi lo conducono all’Areopago. E lì pronuncia il suo famoso discorso: «Ateniesi, vedo che siete in tutto molto religiosi, perché, percorrendo la città e guardando i vostri luoghi sacri, ho perfino incontrato un altare con questa inscrizione: Al dio sconosciuto». (Atti degli Apostoli 17, 22-34). In questi due casi, la poesia inglese e l’altare ateniese, si produce un’apertura indeterminata al mistero che è l’espressione di un’evidente spiritualità. Esistono termini come interiorità, spiritualità, religiosità, confessione, i quali, sebbene sembrino appartenere a un significato comune, sono chiaramente differenti. La poesia di Henley ha una grande forza spirituale e, tuttavia, non può essere inscritta in una religione determinata.