sincronico o sincronistico

Gli archetipi si presentano quando l’Io è distratto, quando non si trovano soluzioni, quando i sistemi usuali sono in scacco. Non vi sono metodi per provocarli, invitarli accanto; il nostro lavoro può essere quello di affinare l’ascolto, per riconoscerli quando accadono. Come nelle fiabe e nei miti, sono sempre inaspettati, e si presentano spesso sotto mentite spoglie. Durante la terapia impariamo a preparare lo spazio vuoto e smarrito dell’ospitalità, in cui l’Altro possa entrare e sovvertire le abitudini coscienti cui siamo tanto affezionati.
Mi chiede di narrare qualche esempio, e lo faccio volentieri, partendo dalla mia esperienza. 
Durante la mia prima analisi, intorno ai 26 anni, sognai una stanza dalla luce dorata, quadrata, con scaffali di libri: occupavano solo una parete e mezza, e si fermavano a un autore greco antico che non avevo mai sentito nominare. In seduta amplifichiamo, cerchiamo di comprendere, ma: «Lo capirai nel tempo, mi viene detto, è un sogno oracolare». Passano gli anni, inizio ad occuparmi di Maria Maddalena, studiando per anni le origini della sua presenza, della sua miracolosa potenza. Scoprii che appartiene allo stesso campo in cui si iscrivono Afrodite, dea dell’amore, e le Grazie, che sempre la accompagnano per ingentilirne l’impatto travolgente. Sono le esperte degli ornamenti, delle corone di fiori, dei balsami: addomesticano la natura e la trasformano in bellezza.