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Spesso si ama pensare che questi siano fatti che determinano una particolare e personale capacità intuitiva: in realtà accadono continuamente, e sta a noi coglierne il senso: perché quella persona, quella immagine o quel simbolo? Quale senso hanno nella nostra esistenza? Se accadono troppo frequentemente, possono diventare un sintomo: la coscienza è piena di strappi e l’inconscio vi irrompe di continuo, turbandone le funzioni e generando uno stato di allarme e di confusione.
Gli eventi sincronistici invece sono molto differenti; si tratta di improvvise emersioni del mondo psichico nella nostra vita quotidiana, la cui coincidenza non si manifesta come simultaneità cronologica (sarebbero sincronici) né di luogo. Attraversano lo spazio e il tempo, possono verificarsi anni dopo o in luoghi diversi del pianeta. Quando accadono, si prova un senso di spaesamento e di vertigine: l’Io si sente improvvisamente spiazzato, perde tutti i riferimenti noti e viene spinto verso la dimensione del Sé. Accadono quando un archetipo si costella (si attiva), in modo travolgente, spostando la logica della coscienza, che si trova ribaltata nella dimensione dell’assoluto. In quegli attimi si intravvede la trama dell’esistenza, proiettata nell’eternità: Jung li chiama “atti di creazione”.
Gli eventi sincronistici invece sono molto differenti; si tratta di improvvise emersioni del mondo psichico nella nostra vita quotidiana, la cui coincidenza non si manifesta come simultaneità cronologica (sarebbero sincronici) né di luogo. Attraversano lo spazio e il tempo, possono verificarsi anni dopo o in luoghi diversi del pianeta. Quando accadono, si prova un senso di spaesamento e di vertigine: l’Io si sente improvvisamente spiazzato, perde tutti i riferimenti noti e viene spinto verso la dimensione del Sé. Accadono quando un archetipo si costella (si attiva), in modo travolgente, spostando la logica della coscienza, che si trova ribaltata nella dimensione dell’assoluto. In quegli attimi si intravvede la trama dell’esistenza, proiettata nell’eternità: Jung li chiama “atti di creazione”.