Commovente l’ultima parte della notte: la scienza, il sapere, i libri sono in mano a spiritelli che operano in modo acausale, irrazionale, imprevedibile, lontano dalle sistemazioni scientifiche postulate da questo grande genio (egli stesso all’inizio del racconto afferma che era stato proprio “il genio” che lo aveva entusiasmato, riempito dell’estasi della conoscenza, a preannunciargli un sogno che non sarebbe stato comprensibile con l’intelletto!). La poetica dell’esistenza lo invita non tanto a chiedersi quale linea retta di studi e disciplina intraprendere, ma ad aprirsi al dubbio, agli opposti che vivono in noi, all’essere e non essere a seconda che sia la coscienza a comprendere o la profondità della psiche a ispirarci.
I sogni archetipici sono rivelazioni profonde, squarci e portali su altre dimensioni, ma hanno anche tanta amorosa cura di noi: portano con sé equilibrio, misura, e umiltà. Possono farci sentire più grandi di noi, ma anche così piccoli, grati e commossi davanti a tanta potenza.
I SOGNI DI CARTESIO
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- Scritto da GIULIA VALERIO
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