l'uomo e la crisi climatica

L’uomo sta al contrario sfruttando tali risorse in tempi rapidissimi, ed è evidente che alle future generazioni non sarà possibile un utilizzo così intenso. Secondariamente, la combustione, soprattutto dei prodotti liquidi e solidi, genera sottoprodotti inquinanti che deteriorano la qualità dell’aria che respiriamo. Ma negli ultimi anni, la comunità scientifica si è resa conto anche che l’immissione in atmosfera del principale gas risultante dalla combustione, il biossido di carbonio (CO2), ne ha alterato fortemente la concentrazione in aria. Ora la concentrazione di questo gas serra ha raggiunto livelli che si avevano in atmosfera 650mila anni fa e probabilmente tale concentrazione, soprattutto se non si limiteranno drasticamente le emissioni, sarà destinata a raggiungere livelli tipici dell’era giurassica, circa 150 milioni di anni fa. È come se la rivoluzione industriale stesse aumentando (e probabilmente aumenterà ancora per anni), lo spessore del vetro della nostra serra naturale, intrappolando quindi sempre più calore, poiché i raggi solari, potendo penetrare facilmente, ne fuoriescono con sempre maggiore difficoltà.