narcisismo? potere? Spiritualità!

Per capire bene il nucleo della lotta contro il sistema patriarcale, bisogna guardare alla dimensione istintiva della persona. Si tratta di una lotta di potere. La rivoluzione esige un profondo cambio di mentalità. Ogni concessione, da parte degli uomini, viene facilmente vissuta come perdita invece di essere considerata come un progresso della giustizia e della libertà. Questa situazione si complica perché si scende chiaramente sul terreno sessuale, che oggi sperimenta una profonda revisione. Incertezze, lotta tra sesso e genere, tra ascrizione sessuale e autodeterminazione di genere secondo criteri emozionali... conducono a una grande complessità e spesso seminano confusione. Le tendenze occulte della persona hanno radici profonde. Così afferma l’abate cistercense Maur Esteva, parlando dei peccati capitali: «Voglio incarnare il Vangelo nella mia vita, ma non riesco a farlo stare così dentro di me come sta la croce che mi è toccato trasportare».

Porre la lotta femminista nella dimensione istintiva permette di essere coscienti del fatto che le trasformazioni in questo campo non sono affatto facili e che lo sforzo sarà prolungato. Se si affronta il cambiamento con intelligenza, lontano dal fanatismo e dalle ideologie esclusive, come spesso capita, i risultati possono essere migliori e più consistenti. Ogni perdita di potere, ogni perdita di privilegio è dolorosa, qualsiasi sia l’ambito in cui si produce: economico, sessuale, nei ruoli sociali… Questo declino del falso protagonismo maschile può essere vissuto come una ferita narcisistica dalle conseguenze imprevedibili. Bisogna saper vivere l’unità nella diversità e nel rispetto della dignità di ogni persona. Sotto un’ottica sociale, conviene evitare sempre che si produca una polarizzazione, perché il machismo, anziché disattivarsi, si potenzierebbe come forza di opposizione. Basta osservare i gruppi di estrema destra che si costituiscono come baluardo contro il femminismo.