a proposito di sogni
Per anni studiai la figura di Maria Maddalena, per conoscere e ringraziare questa straordinaria co-terapeuta. Esperta di disperazione, diviene nel Medioevo la santa dell’impossibile, lei che ha saputo accompagnare il martirio, l’irrisione e la morte dell’amato maestro senza dire una parola. Capace di sovvertire tutti i piani, imbalsamando Cristo da vivo e trovandolo vivo quando era morto, così anche il sogno compie una rivoluzione che la nostra coscienza non può immaginare: comprende il dolore impotente della piccola testimone. Solo il miracolo del perdono riuscì a sciogliere il nodo d’angoscia della donna, che in poco tempo guarì e conobbe una vita piena.
Nella notte giungono divinità, figure sacre, presenze mitiche: la loro presenza lenisce le nostre pene e spesso presenta una soluzione impensabile, un rimedio definitivo. È noto il caso narrato da un famoso psicanalista: un tridente appare nel sogno di un paziente psichiatricamente depresso. Nettuno, il dio delle acque, dei fiumi e degli oceani entrò in scena per placare i plumbei flussi umorali del paziente, che presto si riebbe, senza mai sapere bene cosa lo aveva guarito. È stato il terapeuta a coltivare nell’immaginario e nel cuore, comprendendolo, quel simbolo prezioso.
Rimango tuttora commossa e sorpresa dai sogni. Hanno creatività inesauribile, attingono ad altre sorgenti. Suggeriscono alla coscienza scenari nuovi, propongono nuovi inizi, come quando sogniamo il Natale, il nostro compleanno, il primo amore o frammenti di miti di rinascita. Un uomo nel mezzo del cammino della vita una notte sognò di avere una sorella, che nella realtà del giorno non aveva. Nella scena successiva un uomo nudo solleva il braccio, mostrando il segno di una ferita lungo il torace: da un nuovo Adamo è stata estratta, ancora una volta, Eva, e l’uomo riuscì finalmente a prendere a braccetto la sua Anima, invece che esserne inconsciamente dominato, per andare verso un nuovo giorno.