il sentiero dorato dei sogni


Il sogno sempre ci sorprende, ci spiazza, predice ciò che non sappiamo; in esso si anima il principio trascendente, il nostro dialogo con l’invisibile e gli invisibili. Nel suo spazio sacro e segreto possono arrivare in visita stranieri, abitanti del passato, di isole lontane, i vicini di casa, i morti di morte violenta e i nostri cari, gli animali preistorici e tutti gli appartenenti alla catena filogenetica, dall’antichissima tartaruga alla più nuova ed esotica specie di farfalla; possono animarsi le pietre e i fiumi scorrere a rovescio; arrivano onde anomale e sconvolgenti terremoti; le stelle si fanno vicine e gli alberi scendono ad accarezzarci e a lenire le nostre ferite, che diventano cicatrici d’argento, come nel sogno di una amica dolorante. 
Il sogno è uno “spazio internazionale”, è stato autorevolmente scritto; potremmo dire che è la rivelazione dell’Altro, che affiora e chiede di specchiarci. Contiene le nostre parti in ombra, che noi non vorremmo avere e soprattutto riconoscere, svela ciò che è nascosto dietro le apparenze di cui la coscienza non si è accorta; conosce i miti, anche quelli che noi non sappiamo, e le loro immagini potenti e archetipiche, nelle quali possiamo leggere il nostro destino. Si apre così un dialogo con l’Anima del mondo, realtà che ci precede ma che trascende le nostre vite, le sostanzia e le rende uniche e irripetibili.
Nel sogno risiede la sorgente della nostra originalità; le neuroscienze hanno scoperto recentemente che una fase del sonno riaggancia il cervello allo schema iniziale previsto dal suo codice genetico. Se nella vita diurna tendiamo ad essere collettivi, a uniformarci alle norme e ai costumi della coscienza collettiva, il sogno riprogramma la nostra singolarità, la nostra meta, la nostra vocazione.