Potrebbe trattarsi ad esempio di un improvviso allargamento della coscienza, di nuove prospettive che si spalancano e rivoluzionano la ristrettezza dell’Io, che teme di perdersi e di affogare. Il nostro ego è sempre spaventato e resistente di fronte ai mutamenti, perché presiede alla conservazione. Le catastrofi si rivelano trasformazioni e rinnovamenti, che a volte devono passare attraverso malattie, perdite, rotture, cambiamenti di stato: se tutto continua come sempre in un equilibrio tutto sommato compatibile con le nostre certezze, perché dovremmo promuovere rivoluzioni e criticità?
Sarebbe saggezza vera anticipare questi momenti, tenendo sempre flessibile e aperta la porta della coscienza, ben sapendo che ogni stasi precede una nuova dinamica e dietro ad essa sta in agguato una sconfitta. Spesso questi moti così sconvolgenti possono indicare che ci siamo irrigiditi in uno stato conservativo e difensivo rispetto ai moti ondosi dell’inconscio, il nostro vicino di casa che bussa alla porta chiedendo ascolto, rispetto, gentilezza e condivisione. E grida più forte se non lo accogliamo, fino a diventare minaccioso. In una sola parola, così offesa dalla nostra civiltà e dal nostro tempo, ci chiede ospitalità. E, forse, anche amore.
UN’ONDA GIGANTESCA
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- Scritto da GIULIA VALERIO
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