spiritualità e religione


Spesso noi donne ci sentiamo indegne agli occhi dello spirito, perché ci hanno inculcato alcuni falsi dogmi che ci hanno designato come le portatrici del peccato originale, le impure… Lo stesso mestruo, ad esempio nell’ebraismo ortodosso, viene considerato impuro e la donna in quei giorni (detta niddah = scostata, la separata per motivi di impurità) viene isolata dalla comunità e negli ambienti più fondamentalisti non viene nemmeno toccata, oltre a esserle vietato l’ingresso ai luoghi sacri. 
La via d’accesso alla spiritualità può essere più facile per una donna che per un uomo, perché ella è più vicina ai suoi sentimenti, alla sua fragilità essenziale di essere umano, di cui sente tutta l’umiltà di fronte allo Spirito. Il suo ego più facilmente si ritira per lasciar accesso alla sostanza divina.
È più vicina alla Natura e al grande ventre che tutti ci ha partorito, l’anima mundi, la madre generatrice di ogni forma di vita. Ogni uomo deve integrarsi amorosamente con la propria anima per poter tornare alle sue origini divine. Ma alcuni uomini la combattono (a volte la uccidono, proiettandola sulla donna, vedi i femminicidi) per scongiurarne il potere su di loro.
Il richiamo del Sé può giungere più facilmente al cuore femminile. L’uomo spesso si lascia soggiogare dalla falsa potenza della mente logica e razionale, si converte lui stesso in dio credendo di poter controllare il mondo. Il suo cuore più facilmente si colma di sete di potere e di dominio.