Il problema è che, nella nostra civiltà occidentale, il logos ha ormai conquistato il predominio in una visione positivista. Quante scoperte scientifiche sono derivate da un’intuizione o dall’osservazione di fenomeni connessi? Forse la maggior parte. Scintille di nuove invenzioni hanno costellato il nostro pianeta spesso simultaneamente, col risultato di vedere più individui accusarsi di essersi rubati vicendevolmente l’idea. Le scoperte forse non sono poi tali, cioè operate dagli esseri umani. Forse è la conoscenza ad avvicinarsi all’uomo sussurrandogli nel sonno. La più “recente” fisica quantistica sta sottolineando la compresenza fenomenologica delle realtà, o correlazione simultanea di fenomeni (entanglement), rispetto alle vecchie concezioni di tipo lineare-meccanicistico. Il pensiero analogico, che spesso caratterizza le donne, ha il potere di prevedere fenomeni su scale diverse e diversi piani, intuendo direzioni che, successivamente, possono essere convalidate dal rigore “scientifico”. La dimostrabilità di un possibile risultato richiede spesso un percorso lineare, razionale, di causa ed effetto. Forse questo modo di pensare risulta più apprezzato dal mondo maschile. Ciò non toglie che vi siano uomini capaci di un pensiero olistico e donne capaci di un pensiero analitico. Comunque sia, le due forme del pensare risultano complementari l’una all’altra, non sostituibili, nel campo della ricerca scientifica.
TECNICA E SCIENZA
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- Scritto da CLAUDIA FINETTI
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