Portare in luce i giochi relazionali impiantati nell’infanzia e tentare un superamento consapevole dei vecchi schemi può condurre, grazie alla spinta del fuocoemozionale, alla presa di coscienza dei propri meccanismi coatti, sempre uguali a se stessi. Si spezza una situazione di comodità, si arresta il percorso automatico condotto nel solco sempre più profondo delle abitudini, si è costretti a guardare con più onestà alle proprie scelte e alle motivazioni reali che ci tengono legati ad esse. La crisi è un’occasione per elaborare, magari con un aiuto terapeutico, la visione infantile con la quale ancora ci si muove nel mondo, per procedere verso un cammino di crescita.
L’insicurezza basilare, che fonda le sue radici nella scissione con la funzione del sentimento di sé, conduce spesso la donna anche all’invidia. Il sentimento di carenza di una base stabile dentro di sé, di un luogo ricco di valore e risorse proprie di una femminilità integrata, porta la donna a fondare le sue relazioni su una gara alle apparenze, sia fisiche che materiali. Un valore dato da orpelli e superfici scintillanti. La competizione diventa un filo che intesse le giornate… A partire dall’estetica seduttiva e performante, agli abiti ricercati, al circondarsi di elementi e oggetti capaci di provocare ammirazione, salvo poi proiettare la propria invidia - in ombra -, sugli altri, soprattutto sulle “altre”, e lamentandosi poi di essere vittime dell’altrui invidia.
LA SEDUZIONE E LA CONQUISTA, POI BASTA
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- Scritto da CLAUDIA FINETTI
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