il potere spirituale dell'arte
Gentile Prof. Serra, mi interrogo sull'arte come fenomeno che sembra unire la dimensione psicologica con quella spirituale. In molte scuole di crescita personale si incoraggiano gli allievi a praticare una forma d'arte, e spesso sento dire che nell'individuo lo "spirito si esprime attraverso l'arte". Cosa accade mentre facciamo qualcosa di creativo, di artistico, che rende vere affermazioni come questa? Qual è il potere spirituale dell'arte? Grazie di cuore per la sua risposta
La domanda che pone tocca un punto profondo: il potere dell’arte per aprire l’interiorità umana verso orizzonti spirituali. Non è solo una questione estetica o culturale, ma qualcosa che tocca la vita stessa. Per iniziare, mi viene in mente il film nordamericano A beautiful mind (Una mente brillante, 2001), diretto da Ron Howard con protagonista Russel Crowe nel ruolo di John Nash, un genio matematico colpito da schizofrenia paranoide. All’inizio della trama Nash afferma di avere “due porzioni di cervello e solo mezza di cuore”. Malgrado ciò, alla fine della sua vita accademica, quando riceve il Premio Nobel, riconosce che solo nelle misteriose equazioni dell’amore può trovarsi qualche logica. Scopre che la vera saggezza non sta solo nel calcolo o nella ragione, ma nell’esperienza dell’amore. Questo transito dalla mente al cuore ci serve come introduzione: così come la vita di Nash mostra la supremazia dell’amore sulla logica, l’arte ci conduce dal visibile all’invisibile, dalla psiche allo spirito. 
Il dizionario definisce l’arte come l’attività che produce opere plastiche, sonore, visuali o letterarie che stimolano la sensibilità estetica o intellettuale. Questa definizione è insufficiente: l’arte non si limita ai sensi, ma apre alla dimensione trascendente. Questo lo intuirono già i grandi filosofi greci.