vivere le emozioni
Alice Miller definisce la terapia come “far parlare e percepire il bambino che è in noi e che un giorno è ammutolito, affinché si possa scoprire nel tempo se stessi e la propria capacità di amare sepolta”. Connettere con il bambino o la bambina interiore, per ascoltarlo, per percepirlo. L’autoconoscenza si sviluppa con il recupero della capacità amorosa. Allora, si scopre che la pace non è assenza di conflitto, ma il suo superamento. Non agire per paura del conflitto ostacola le vie di risoluzione. 
C’è una parte del Vangelo di Marco (5: 21,43) che parla delle cure, due azioni terapeutiche di grande importanza: la guarigione della donna emorragica e il ritorno alla vita della figlia di Iairo. Gesù, su richiesta del capo della sinagoga, si dirige verso la casa dove stava, inferma, sua figlia. Durante il tragitto, entra in gioco una donna, della quale ci vengono date le seguenti informazioni: «C’era una donna che pativa flussi di sangue da dodici anni. Aveva sofferto molto a causa di molti medici e aveva speso in questo tutta la sua fortuna; però, invece di migliorare, peggiorava». La donna aveva sentito parlare di Gesù e diceva a se stessa: «Mi basterà toccargli in mantello e guarirò». Si avvicina a lui da dietro, gli tocca il mantello e immediatamente il flusso del suo sangue si arresta, e sente che il suo corpo è guarito. Nonostante ciò, la reazione di Gesù è inaspettata. Notando che da lui era uscita una forza speciale, ferma il suo gruppo e domanda a voce alta: «Chi mi ha toccato il mantello?». I suoi discepoli gli fanno notare che la gente preme tutta intorno a loro, e che la domanda ha poco senso. Gesù insiste con lo sguardo. La donna non ha via d’uscita: «Si avvicinò spaventata e tremante; sapendo ciò che era successo, si gettò ai suoi piedi e gli confessò tutta la verità». Gesù sa che la guarigione fisica, per quanto importante, non basta. La donna deve affrontare i suoi sentimenti di vergogna e timore per accettare la verità e poterla confessare. Solo allora sarà guarita del tutto, perché la sua malattia implica anche il rifiuto sociale. La risposta di Gesù non lascia dubbi: «Figliuola, la tua fede ti ha salvato. Vai in pace e sii guarita della tua malattia». Potenzia la donna risaltando che la sua guarigione è la conseguenza del coraggio della sua fede e le apre un futuro di pace. Ha superato il conflitto, però per farlo ha dovuto passare un brutto momento. Gesù non glielo risparmia, perché mira alla sua guarigione integrale. L’alternativa della donna era continuare a sanguinare, smettere di vivere la sua femminilità, come accadeva da dodici anni, e perdere i suoi beni senza ottenere alcun risultato.
A che serve conoscere bene la teoria se non la si mette in pratica? La donna con l’emorragia cambiò quando fu capace di toccare il mantello di Gesù. Bisogna osare e passare all’azione. Solo così si possono cambiare le cose. Se rimani a distanza da porte automatiche che si aprono quando ci si avvicina, le porte rimangono chiuse. Si attivano solo quando ti avvicini a esse. L’età non è una scusa per giustificare l’inazione. 
Il prezzo dei medici ha dilapidato i beni della donna. Il prezzo di Gesù, al contrario, ha fatto sì che la emorragica vivesse le sue emozioni e si aprisse alla verità della sua vita.
La psicologia apporta il suo contributo, ma anche la spiritualità, che si addentra nella sfera del sentimento, generando fiducia e gioia.