LA VERGINITÀ DI MARIA

Pierre Teilhard de Chardin espone il concetto dell’evoluzione del Cristo cosmico, partendo dall’affermazione contenuta nell’Apocalisse (22, 13): «Io sono l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine». Questa evoluzione si realizza in varie tappe: Cosmogenesi, Biogenesi, Antropogenesi e Cristogenesi. L’irrompere della divinità cristica nella natura umana si produce nel cuore e nel corpo di Maria. Si tratta della verginità fecondata dallo Spirito. L’umano e il divino si collegano. A partire da qui, che è il nostro momento attuale, la storia fluisce fino al punto omega. Qui risiedono alcuni dei nostri compiti: scoprire il valore divino dell’essere umano, integrare spirito e materia, congiungere verginità e fecondità, partire dalla nostalgia del paradiso per culminare nel punto omega: «Già non vivo più io, ma Cristo in me» (Ga 2,20).
Nell’Antico Testamento si dava valore soltanto al matrimonio. Solo un problema fisico poteva impossibilitarlo. Iefte lo impedisce a sua figlia quando, avendo fatto un voto, la immola al Signore. La reazione della figlia è chiara: «Lascia che… vada… piangendo la mia verginità» (Gc 11,37). Gesù stabilisce un nuovo criterio: il celibato e la verginità per il regno dei cieli. Non implica una svalorizzazione del sesso o del corpo umano. Non c’è paura, tabù o repressione, ma una motivazione, una spinta soprannaturale, vincolata specialmente alla vocazione ricevuta. Come anche la maternità è una vocazione ricevuta. In Maria, la sua risposta generosa e di affidamento di sé è preceduta da ascolto, dialogo e discernimento. Quando comunicano a Gesù che sua madre e i suoi parenti sono lì fuori e desiderano parlare con lui, la risposta è netta: «Colui che fa la volontà di mio Padre che è nei cieli, questi è mio fratello e mia sorella e mia madre» (Mt 12, 46-50). In Gesù, tanto la verginità quanto la maternità devono inquadrarsi in un senso profondamente umano e spirituale. Per questo, nella preghiera che lascia ai suoi discepoli, una richiesta ce lo ricorda: «Venga a noi il tuo Regno».