il senso della propria vita


Ognuno di noi, in fondo, cerca quale sia il senso della propria vita, e il problema di questo “senso” è il problema della spiritualità (e della religione). Un lavoro psicologico preventivo (o simultaneo), è quindi necessario ma non sufficiente. La crisi psicologica ci colpisce in vari momenti della vita, a volte in concomitanza con alcune tappe dell’esistenza, la crisi spirituale, invece, aumenta man mano che avanziamo con gli anni. La maturità, l’essere a metà del cammino della vita, il “secondo viaggio”… sono espressioni che si riferiscono all’inizio della crisi spirituale. Trascorre la prima parte della vita: lo studio, il lavoro, il partner, la famiglia, la posizione sociale… una volta raggiunti questi primi obiettivi, intorno ai quarant’anni, ci si confronta con il vuoto spirituale.
La terapia psicologica contribuisce a definire i problemi, ma le sfuggono quelle soluzioni che vanno ricercate nell’ambito dello spirito. Chi può accompagnarti nella prima parte del viaggio, non sempre è in grado di farti da guida nella seconda parte. Mosè fu in grado di condurre il popolo israelita attraverso il deserto, ma non poté accedere alla terra promessa.
È relativamente facile incontrare psicologi e terapeuti, risulta più difficile distinguere quelli capaci da quelli mediocri. Alcuni confidano nella loro preparazione universitaria, ma non hanno compiuto un processo di crescita personale. Altri confidano nella loro esperienza, ma sottovalutano l’importanza della preparazione universitaria. Non si tratta di contrapporre una visione all’altra, ma di integrarle. Chi ha una parcella più cara, non sempre è il migliore. Esiste però un compito molto più complesso: incontrare uomini e donne spirituali che, senza sottovalutare il lavoro psicologico, possano sollevarci fino alle vette di quel “senso”, significato intimo della propria vita.