il sacrificio del re
Una “tecnica” che può ulteriormente favorire e facilitare il processo è l’immaginazione attiva, che consiste nell’abbassare la soglia di coscienza per dialogare con le presenze interiori che emergono spontaneamente: possono essere animali, antenati, organi malati del corpo, persone o figure che rappresentano alcuni aspetti emotivi, come la Preoccupazione per esempio, il Rimorso, o altro ancora. È importante che questi momenti non vengano guidati dall’esterno, ma che ci si disponga alla maggior apertura possibile a ciò che accadrà. All’inizio non possiamo esimerci dal pensare in modo indirizzato ma, a poco a poco, le immagini acquisteranno autonomia, sorprendendoci. 
Non è semplice avere la fiducia necessaria per lasciare ciò che è noto e costitutivo, avventurandosi come esploratori nel vasto territorio dell’inconscio personale, per successivamente aprirsi al patrimonio di immagini archetipiche dell’inconscio collettivo. Qui si trova quel “flusso impetuoso che, nell’oscurità dell’anima, scorre verso l’eternità”, miniera della psiche che contiene “quella serie di fantasie che stanno alla base, da un lato, delle formazioni deliranti e, dall’altro, dei processi di guarigione” e che accomuna tutta l’umanità, quanti ci hanno preceduto e quanti dopo di noi verranno.
Gli elementi che ci costituiscono e ci trascendono sono coppie di opposti: confliggono e si attraggono, e tra le loro polarità si produce e corre l’energia, come tra il più e il meno della pila elettrica. La loro relazione è nello stesso tempo una relazione d'amore: la psiche tende alla totalità, e l’immagine delle nozze sacre guida il compimento. Rompere l’unilateralità della nostra coscienza progressiva, trasformandola in annessiva, tenendo sempre presente anche ciò che è inquietante e misterioso, diventa non solo una pratica individuativa, ma una promessa di pace, che, se coltivata all’interno di noi stessi, può diventare contagiosa: potrà influire sull’ambiente, sulle persone che amiamo e quelle che temiamo, e perfino sulla storia a noi contemporanea. Durevoli e incisivi cambiamenti dipendono proprio, come lei scrive, dalla capacità di ciascuno di restare in contatto con il proprio Sé, nucleo che in noi rispecchia le segrete armonie della creazione.