Poi ne apro uno a caso, e sempre arriva qualche messaggio chiaro in risposta alla mia domanda. Mi rassereno per un po', ma poi il buio ritorna. Provo a stare accanto alla mia paura, ma sento solo delle urla incomprensibili. Sento intorno a me la determinata freddezza di chi progettò i campi di sterminio, di chi decise di sganciare la bomba atomica, ne sento tutta la distruttività e l’inconsapevolezza. E mi fanno una paura tremenda. Mi sento impotente. Perché non riesco a trovare pace, ad accettare questa vita così come è? Forse basterebbe non farmi tutte queste domande e vivere alla giornata. Questo è sicuramente un mio difetto, cercare di prevedere cosa accadrà dopo. Spero mi perdonerete per questo fiume parole, figlie della paura e non dell'amore.
Gentile Lettrice, rispondiamo a questa sua e-mail in un modo un po’ insolito. Non stiamo parlando a lei ma al piccolo bambino che è dentro la sua anima, ma che è anche dentro ciascuno di noi. Le rispondiamo con un dialogo, quello fra l’Io Adulto e l’Io Bambino. Molte cose potrebbero non risuonarle. Se così fosse, abbia pazienza. A volte non è facile parlare al cuore, ma tentare di farlo, forse, è il primo passo. Con la nostra risposta cerchiamo di mostrarle un’attitudine che dovremmo imparare ad avere con noi stessi e con le nostre fragilità. Ci auguriamo che il nostro sforzo riesca a farle capire quale potrebbe essere un rinnovato approccio verso se stessi. Buona Lettura!