Se la mitigazione interviene sulle cause della crisi climatica, l’adattamento è la strategia per contrastare la crisi cercando di ridurne gli effetti. Una rapida riduzione delle emissioni climalteranti nel breve termine, ancorché necessario per contrastare il riscaldamento, è ormai poco probabile, viste i lenti e insufficienti progressi negli accordi internazionali. Ma anche nella utopica prospettiva di azzerare tali emissioni nell’immediato, gli impatti della crisi sarebbero ancora presenti per gli anni a venire, a causa della complessità del sistema climatico, in particolare della sua inerzia. In ogni caso, occorrerà aspettare decenni per vedere un’inversione di tendenza, prima nelle concentrazioni di gas serra in atmosfera, poi negli impatti di questi sul clima. Da qui la necessità di adottare una strategia complementare per affrontare la crisi climatica.
Adattarsi significa porre in atto misure per limitare i numerosi effetti dei cambiamenti climatici sui sistemi antropici e naturali. Se il rischio climatico è dato, come abbiamo visto, dalla sovrapposizione di pericolo, esposizione e vulnerabilità, l’adattamento permette di agire su queste ultime. In altre parole, se il clima continuerà a cambiare, dovremo diventare meno vulnerabili e meno esposti. Se, per esempio, avremo con ogni probabilità eventi meteorologici estremi sempre più frequenti (es. piogge intense, alluvioni, fenomeni di dissesto idrogeologico, mareggiate), dovremo fare in modo che i nostri centri abitati siano più resistenti a tali eventi. Misure di adattamento per affrontarli sono per esempio la realizzazione di vasche di laminazione per consentire, durante un’alluvione, all’acqua esondata dai fiumi di raccogliersi in punti non pericolosi, evitando l’allagamento delle zone abitate, la costruzione di barriere anti-allagamento, l’adeguamento e il potenziamento dei sistemi fognari. Per le aree più vulnerabili, in ultima istanza potrebbe essere necessario delocalizzare case o interi quartieri in luoghi più lontani dai fiumi, che non siano soggetti a un’eventuale inondazione. Si tratta cioè di rendere le nostre case e le nostre città più resilienti[1], soprattutto in caso di eventi meteorologici estremi.