Ogni personaggio ci racconta il suo dolore e attraverso Balthazar guadagniamo quell’attimo di sospensione, di ricordo e anche di distanza, che ci consente di avvicinarci a emozioni tanto forti.
Da questo punto di osservazione, possiamo specchiarci nel dolore e nelle sue penose manifestazioni. Orgoglio, rabbia, violenza, ipocrisia, spavalderia, idiozia, arroganza, paura, vigliaccheria, perbenismo, opportunismo, ci sono tanti io dentro di noi che a ogni scena sussultano, come sussulta Balthazar a ogni scoppio di petardi. Come lui si chiede il perché di quello stupido divertimento, anch’io mi chiedo il perché di tanto dolore.
La straordinaria poesia del film ne addolcisce la crudezza e ci permette di sopportarne il peso.
E poi c’è Maria, una vita parallela, costellata da continue ferite che ci descrivono un contesto sociale pregno di contraddizioni, nonché la drammatica fragilità e impotenza della ragazza.