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Nessuno si salva in questo film, eccetto Balthazar, il cui sguardo di una qualità superiore ci accompagna verso il divino. Bestemmia! Come può un animale rappresentare lo sguardo divino? Ciò diviene possibile grazie alla straordinaria maestria del regista e della sua macchina da presa.
Per la visione del film occorreranno circa 90 minuti, ma un po’ di tempo andrebbe poi dedicato, alla fine, per accogliere le emozioni e le sensazioni, nonché gustare l’essenza di un’opera d’arte allo stato puro. Nell’augurarvi buona visione, vi do appuntamento tra circa due ore, se vorrete condividere con me le impressioni e le riflessioni che questo film mi ha stimolato.
L’asino: un animale stupido e testardo per antonomasia, almeno nella nostra cultura. Non è però il caso di Balthazar che, in questo film, sembra ribaltare questo meschino luogo comune. Non avrà auto coscienza e parola, ma… protagonista indiscusso del film, Balthazar, attraverso il suo sguardo, ci permette di osservare la crudeltà e la fragilità umana mediata dalla sua umiltà e pazienza. Con il suo sguardo, suggella di senso e di significato ogni scena in cui è presente, come un evidenziatore. Il resto non è essenziale, sembra perdersi nel flusso indistinto della vita. I suoi occhi sono come un viatico attraverso cui si fa strada una chiara visione. Ma è proprio vero che noi abbiamo sempre bisogno di un mediatore per riuscire a vedere la realtà per quello che è?
Per la visione del film occorreranno circa 90 minuti, ma un po’ di tempo andrebbe poi dedicato, alla fine, per accogliere le emozioni e le sensazioni, nonché gustare l’essenza di un’opera d’arte allo stato puro. Nell’augurarvi buona visione, vi do appuntamento tra circa due ore, se vorrete condividere con me le impressioni e le riflessioni che questo film mi ha stimolato.
L’asino: un animale stupido e testardo per antonomasia, almeno nella nostra cultura. Non è però il caso di Balthazar che, in questo film, sembra ribaltare questo meschino luogo comune. Non avrà auto coscienza e parola, ma… protagonista indiscusso del film, Balthazar, attraverso il suo sguardo, ci permette di osservare la crudeltà e la fragilità umana mediata dalla sua umiltà e pazienza. Con il suo sguardo, suggella di senso e di significato ogni scena in cui è presente, come un evidenziatore. Il resto non è essenziale, sembra perdersi nel flusso indistinto della vita. I suoi occhi sono come un viatico attraverso cui si fa strada una chiara visione. Ma è proprio vero che noi abbiamo sempre bisogno di un mediatore per riuscire a vedere la realtà per quello che è?
 
                    