Testimonianza di una malata terminale
Un testo pieno di dolcezza e di saggezza ci commuove e ci guida lungo un percorso difficile che segna le tappe di una trasformazione: l’ombra, la paura, gli errori, ma anche il Ricordo, la consapevolezza e la Luce. Un testo che ci parla d’Amore.

La mia voce.

Dopo una serie di controlli medici di routine, in seguito a un brutto intervento di tre anni prima, inaspettatamente il medico mi dice che è apparsa una recidiva accompagnata da metastasi importanti alla colonna vertebrale.

Ricordo ancora lo strazio e il dolore dei giorni che seguirono. I miei due ragazzi accorsero vicino a me e nessuno di noi parlava. Bisognava però prendere decisioni importanti. I nostri telefoni squillavano impazziti: sembrava che i clienti, cioè i nostri datori di lavoro - così li definisce Pino, mio marito - si fossero dati appuntamento. Spegnemmo tutti i cellulari. Tutti si aspettavano che presto sarei tornata al lavoro, anche per distrarmi un po’.

Ma i giorni passarono e quel cellulare non lo accesi mai più. Fu così che da un momento all'altro smisi di lavorare. In principio non mi accorsi di questo e poi… quella notizia mi aveva lasciata senza parole. Mi chiedevo in continuazione: «Che accadrà? Che ne sarà di me?».  La paura iniziò a soffocarmi. Avevo paura di tutto: di soffrire, di andarmene all'improvviso lasciando i miei familiari da soli. E le mie cose? Che ne avrebbero fatto delle mie cose? A volte mi svegliavo terrorizzata: sentivo presenze in casa, ladri venuti per rubare. Sognavo mani che non conoscevo mentre frugavano tra la mia biancheria che ordinatamente tengo riposta nei cassetti.

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