il fiorire della dolcezza
Un sorriso, un dettaglio gentile, uno sguardo attento che ti vede. Un ascolto attivo che viene dal cuore. Cure e rimedi per anime ferite, a partire dalla nostra, che possono infondersi nell’anima dell’altro. Un raggio di sole nel buio interiore...

Avenues, streets, blocks, shops, consumers… Così la Grande Mela, brulicante di persone attivissime con cellulare e bicchierone di caffè in mano, accoglie la straniera. Ma dove vanno? Ai loro mille impegni, ognuno per conto suo. Pochi in due. Gli sguardi non si soffermano su niente, l’orecchio incollato al cellulare; è come se puntassero a un dove, o a un non dove. 
Si sente in tutto questo una grande solitudine, è la durezza della metropoli che dà il benvenuto con i suoi negozi scintillanti e rutilanti di prodotti e ricchezza. Poi, al supermercato, trovi una cassiera che attacca improvvisamente discorso. Dopo che sei passata, mette il suo cartello “Closed”, e ti rendi conto che forse vuole parlare, essere ascoltata. Forse no, ma invece sì. Non ci sono convenevoli: stupita ti chiedi cosa tu abbia fatto per essere in questa situazione. Forse qualcosa che hai detto? Già, forse quel tuo interessarti a cosa si sia fatta al braccio che è fasciato, con un normalissimo: «How are you today?» (Come stai oggi?).
Si ferma con il tuo sacchetto in mano e guardandoti dritto negli occhi sussurra: «È dura…». Confessa: non ti aspettavi tutto questo… è una situazione strana, ma tu ci sei dentro. È a fine turno: tu, a sorpresa, anche tua, le chiedi di sedervi a bere qualcosa insieme. Forse è stupita, ma sì, acconsente. In fondo al piano in cui siete c’è un coffee-shop. Vi sedete e la black mama si aggiusta sulla sedia e ti guarda con i suoi occhioni in cui c’è forse dello stupore per quanto sta accadendo. Ribadisce che sì, la vita è stata dura con lei… C’è una sorta di rassegnazione nel suo tono, che ti apre il cuore. Aggiunge, senza esitazioni, e forse quasi senza emozioni: «Ma cos’è la felicità, la gioia? Mi sai rispondere? Cos’è un sorriso? Una carezza? Non ne ho mai ricevuti e ne vedo così pochi in giro». Strano come si sia già stabilita tra di voi una relazione confidenziale dove Jane, questo è il suo nome, si sente a suo agio con un’estranea incontrata per caso. 

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