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Nei suoi sogni, gentile amica, si manifestano ‘archetipi di luce e di bellezza’; quando questo piano, che riguarda le sorgenti universali della psiche, si muove, tutta la nostra sfera ne viene investita: accadono avvenimenti, si spostano gli equilibri, dimentichiamo le pentole sul fuoco o i libri in biblioteca, il tempo si dilata e si moltiplicano gli eventi sincronistici. Ha carattere convincente e pervasivo: ci si accorge di provare uno stato di grazia, accompagnato da stupore, timor sacro, tenerezza e gratitudine.
I suoi sogni possono annunciare l’incarnazione di queste intensità, perché spesso l’inconscio è in anticipo sulla coscienza, e la precede. Oppure potrebbero compensare un tempo di vita un po’ faticoso, aprendo squarci su una nuova dimensione che si sta preparando, che è in gestazione. In questo caso offrirebbero un contrappeso alla vita, considerando che ancora non la trasformano. Un’altra ipotesi è che non vi sia uno spazio di tempo per lasciar entrare questo nuovo sentire: a volte la nostra vita è necessariamente tutta occupata, e scorre su un altro binario in maniera quasi automatica.
Se riusciamo, davanti allo schiudersi di possibilità più sagge, potremmo ritagliare momenti di sospensione, lasciando da parte tutto il già noto, le pratiche a cui siamo abituati e affezionati, i ritmi del giorno, aprendoci ad una accoglienza ospitale, come se potessimo socchiudere le porte e le persiane per lasciare entrare gli spiragli e i bagliori delle sensazioni della vita notturna. A volte si può fare piano e lentamente, vivendo ritualmente i gesti del quotidiano, scoprendone ogni volta il senso, perché la maturità sperimentata nei sogni scenda nel corpo, nella materia, negli scambi quotidiani.
Allora le nozze tra lo spirito e la vita possono celebrarsi, perché si sono reciprocamente innamorati.