il corpo una guida verso il profondo
Gent.ma Dott.ssa Valerio,
frequentando ambienti olistici o esoterici, sento spesso parlare del corpo come "tempio dello spirito", come "depositario delle nostre emozioni" o ancora, aspetto che riguarda direttamente lo spazio di questa rubrica, come "veicolo di accesso diretto all'inconscio". Questi aspetti li sento affermare ma rimangono per me un po' oscuri. In che modo il corpo è direttamente connesso con l'inconscio, perché si afferma questo? E come si può allora interagire con il corpo per entrare in relazione con l'inconscio stesso? Grazie per la sua gentile risposta...
Grazie per questa complessa domanda, che tocca il mistero del rapporto che possiamo vivere con il corpo. Forse non è inutile ricordare che la sua separazione dall’anima, dalla mente o dallo spirito è frutto del dualismo su cui si fonda la nostra forma di coscienza: dove inizia uno e finisce l’altro, come lei stesso si chiede? Come mai diciamo ‘il mio corpo’, rifletteva una grande analista, e non piuttosto ‘io corpo’? Noi in effetti abitiamo in questa dimora, che è la nostra casa, il tempio che permette l’esserci nella vita, nel qui ed ora, nel tempo presente. Noi siamo il nostro corpo, anche se non molto abituati a tenerlo in giusta considerazione. Si tende a metterlo a dura prova con esercizi fisici, ginnastiche tese a garantire una buona forma, con diete che lo mantengano giovane e sano, seguendo le mode alimentari del momento: pratiche che hanno anche una certa utilità, ma che sottendono un controllo e un dominio sul corpo.  
È possibile invece ascoltarne la voce e i segnali che manda, seguendone con rispetto le indicazioni: nel tempo ho compreso che i modi di dire che lo riguardano non sono soltanto metafore. Avere un nodo in gola o un peso sullo stomaco, non riuscire a digerire una faccenda, le spesso citate farfalle nello stomaco, ciò che fa palpitare, tremare, irritare sono verità, realtà espressive dei nostri organi, che potremmo (dovremmo) ascoltare ogni volta che premono, per rendere consapevoli paure, emozioni, pericoli, proiezioni forti, disagi, nascenti passioni. Se si manifestano attraverso contrazioni, arrossamenti, irritazioni, malesseri significa che non ce ne siamo accorti in altro modo: il corpo è l’ultimo a esprimersi, e fatichiamo ad ascoltarlo, a prenderlo sul serio. Se trascurato, si mette a parlare a voce alta attraverso i sintomi fisici, a gridare nelle malattie. È un dio sepolto che si esprime, sotterrato e represso, come i giganti che giacciono sotto i vulcani: Tifeo imprigionato alle radici dell’Etna provoca sommovimenti, eruzioni, smottamenti che derivano da moti del profondo.