Gent.mo Prof. Serra,
il momento attuale sembra pullulare di uomini, proprio nel senso di maschi, che vivono un profondo senso di insicurezza narcisistica. Credo che questo sia uno dei motivi che concorrono al femminicidio, la donna come oggetto amato/odiato, surrogato del materno. Indubbiamente, esistono anche donne insicure e narcisiste, anche se gli effetti delle loro azioni sono meno violenti e definitivi. È possibile curare la ferita narcisistica attraverso la spiritualità?
Il DSM (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali), definisce il disturbo di personalità narcisistico come “modello pervasivo di grandiosità (nelle fantasie o nel comportamento), necessità di ammirazione e mancanza di empatia”. Così come riporta il dizionario, il femminicidio di solito è inteso come “assassinio di una donna per mano di un uomo, per machismo o misoginia” e la misoginia come “avversione verso le donne”. Senza escludere che l’insicurezza narcisistica possa contribuire al femminicidio, preferirei segnalare un’altra realtà nucleare che raggruppa degli elementi che concorrono in modo preoccupante al femminicidio.
In modo molto schematico, si potrebbe dire che il secolo XIX è stato il secolo del proletariato, il secolo XX della gioventù, e il secolo XXI della donna. Questi tre collettivi, per potenziarsi, hanno realizzato in ogni epoca una rivoluzione. In ogni rivoluzione ci sono cambiamenti sostanziali, ma anche numerose vittime. Associazioni lavorative e sindacali hanno portato avanti lotte tremende. I miglioramenti lavorativi sono conquiste che sono costate sangue, sudore e lacrime. Il mondo dei giovani ha dovuto aprire una breccia per trovare il suo posto nella società e disattivare i freni tradizionali. La cultura ha esaltato i valori giovanili, in quanto protagonisti oltre che consumatori. Una reazione. Oggi si parla di ageismo come “discriminazione per ragioni di età, specialmente delle persone anziane”. Si è prodotto un ribaltamento, non ancora consolidato. Il femminismo, come “principio di uguaglianza dei diritti della donna e dell’uomo”, sta avanzando, non senza profonde resistenze da parte della mentalità patriarcale, basata sugli stereotipi, l’oppressione e la violenza. Le vittime sono numerose, molto numerose.