fame e sete di spiritualità

Gent.mo Prof. Serra,
ho sempre riconosciuto grande importanza alla terapia psicologica, ed io stesso ho avuto modo per qualche anno di sentirne i benefici su di me. Sono anche entrato, qualche anno fa, in una scuola di Quarta Via di Milano. Malgrado oggi sia molto meno reattivo e riesca ad andare d'accordo con tutti, mi sembra di essermi fermato e non fare passi avanti. Una volta che si è fatto un profondo lavoro psicologico e si è in pace con sé stessi e con gli altri, in che modo si procede nel cammino spirituale?


Il modo in cui è formulata la sua domanda riflette l’esperienza attuale di un sentimento che oscilla tra la soddisfazione e l’insoddisfazione. Soddisfazione per il livello conseguito finora, dopo alcuni anni in una scuola di lavoro psicologico seguendo le linee guida della Quarta Via, che rappresenta l’armonia dei tre cammini fondamentali: yogi (testa-pensiero), monaco (cuore-sentimento) e fachiro (istinti-azioni). Tutti e tre insieme, ben articolati, senza rinunciare a nessuno. Il risultato della pace le serve come termometro di una psicologia sana, a livello personale e nelle sue relazioni personali. La reazione del pendolo, al contrario, la conduce all’insoddisfazione. Sentirsi fermo, senza essere capace di fare un passo avanti. Come se tutto fosse stato fatto, ma senza esserlo. Sentendosi qui, senza poter andare più in là. Arrivare fino a qui era importante, però si scopre che non era il destino né la meta. Sorge una nuova fame, una nuova sete… di vita spirituale. Si cerca il cammino per arrivare a essa, come una nuova tappa della vita.