una preghiera essenziale
 

Gentile Prof. Serra, 

seguo da sempre questa rubrica e dalle sue risposte mi sento di poterle fare una domanda che credo potrebbe mettermi sulla giusta via di comprensione. Ogni tanto mi trovo a recitare la preghiera del Padre Nostro, e sento che ci possono essere dei significati profondi, ben al di là delle parole le quali, anzi, nella loro comprensione letterale mi mettono in difficoltà. Ad esempio, in che senso si parla di "debiti"? Come può Dio stesso volerci "indurre in tentazione"? La ringrazio di cuore per la sua risposta.


Le preghiere essenziali producono il loro miglior effetto goccia a goccia. Penetrano fino al midollo e scendono fino alla parte più profonda del cuore. La ripetizione cosciente delle parole permette di scoprire nuovi significati. Sono come semi che si depositano in una buona terra e generano frutti impensabili. Gesù stesso è l’autore della preghiera del Padre Nostro, il cui testo è raccolto dagli evangelisti Luca e Matteo, quest’ultimo, in una formulazione più completa, mentre Luca ne narra le origini in una forma più esplicita. Mette sulla bocca di un discepolo questa richiesta diretta a Gesù: «Signore, insegnaci a pregare, così come Giovanni insegnò ai suoi discepoli». Gesù propone loro una preghiera la cui introduzione è diretta a Dio come «Padre nostro nel cielo». Si tratta quindi di un testo di relazione filiale, amorosa, che riconosce sia la trascendenza divina che la sua implicazione nella vita degli uomini.