una competizione che punta al disvalore

Gentile dott.ssa Finetti, 

in questa rubrica sento parlare di una femminilità circolare, collaborativa, creativa... Però, nelle mie esperienze di relazione con altre donne, ho vissuto spesso competizione, invidia, gelosia. Non nego, a volte anche da parte mia. Non mi torna su questo punto la positività del femminile di cui parla. Grazie per la sua risposta.


Gentilissima Lettrice, concordo con quanto scrive, spesso noi donne, sotto questo punto di vista, non siamo differenti dagli uomini. Ciò di cui a volte ho parlato si riferisce a un’energia femminile di tipo archetipico, nella sua parte di luce, aspetti di collaborazione e circolarità che sono nell’essenza stessa dell’energia creatrice. Essa può propagarsi e generare vita solo partendo da alcune leggi di fondamento, fra le quali, l’unione reciproca come interdipendenza di ogni forma di vita con le altre. Questo movimento, circolare e spiraliforme, è alla base della nostra stessa esistenza, anche se, come esseri umani, troppo spesso ce ne dimentichiamo. Ricordo un’esperienza fatta una mattina di tanti anni fa, uscendo di casa in macchina all’alba. Per alcuni chilometri non incontrai forma di vita animale o umana. Ferma ai semafori, mi guardavo intorno suggestionandomi con l’impressione di essere sola al mondo. In quel preciso istante, sentii con forza che la mia vita non aveva alcun senso. Tutti siamo parte di un medesimo atto creativo di base, dal quale si genera ogni forma di universo e di vita. Questo significa che la nostra radice è unica e che le ramificazioni che rappresentiamo, anche le più lontane, non possono vivere separate da questa origine.

Ogni donna reca in se stessa questa sostanza generatrice che però spesso si manifesta in modo meccanico, nel dare alla luce un figlio.