a cosa serve la filosofia


In Spagna, un ragazzo di nome Gabriel è stato il primo studente del suo liceo a diplomarsi con il massimo dei voti in tutte le materie. Su Facebook ha dichiarato la sua intenzione di studiare filologia classica all’università… Si è scatenato un putiferio di commenti critici e sprezzanti: “È una carriera completamente improduttiva!”; “Uscirai laureato, ma senza nessuna prospettiva professionale!”. “Dovresti studiare informatica”, “Dovresti diventare perito industriale oppure ingegnere”. E Gabriel risponde con un sorriso a tutta quella pioggia di buoni consigli: “Preferisco essere felice, piuttosto che avere un futuro sicuro”. Come possono essere felici i giovani ragazzi che decidono di iscriversi a Filologia o Filosofia? 
Sempre nella penisola iberica, qualche mese, fa c’è stato un acceso dibattito per eliminare proprio la Filosofia dagli studi superiori e pre-universitari. A cosa serve studiare Aristotele? Cosa ci importa cosa pensavano Platone e Socrate sull’anima o sul mondo delle idee? A cosa serve conoscere il latino o il greco classico?
In definitiva, la questione che lei ci pone è la seguente: a che cosa serve imparare a pensare, in un mondo che ci chiede soltanto di correre, di stare al passo con i tempi, di diventare ciò che facciamo piuttosto che essere noi stessi? “Imparare a diventare se stessi” ha perfino perso il suo significato. Cosa vuol dire? E cosa importa, se l’unica cosa che conta è avere denaro per mangiare e pagare l’affitto?