Nell’ambito di diversi studi interdisciplinari, condotti dalla comunità scientifica negli ultimi decenni, oggi conosciamo e sappiamo quantificare i numerosi impatti dei cambiamenti climatici sui sistemi naturali. Data l’impossibilità di fare una rassegna completa ed esaustiva, riportiamo di seguito solo alcune tra le conseguenze più rilevanti della crisi climatica sulla natura.
La temperatura dell’aria regola la distribuzione di flora e fauna sul nostro pianeta. Ogni clima ha la sua vegetazione caratteristica: ad alta quota e vicino ai poli troviamo le specie più resistenti al freddo, nei climi più aridi quelle più resistenti alla siccità. Il riscaldamento globale provoca, in generale, un lento ma inesorabile spostamento della vegetazione naturale verso le fasce più fresche, quindi verso altitudini e latitudini più alte, cioè più in alto e verso i poli. La tropicalizzazione del Mediterraneo, che si sta osservando da diversi anni, indica non solo il riscaldamento delle acque, ma anche la sempre più diffusa presenza di specie invasive, provenienti da habitat più caldi, che stanno lentamente spodestando le specie endemiche. La modifica degli habitat può essere più o meno critica a seconda della vulnerabilità e della capacità di resilienza delle specie animali e vegetali implicate (es. velocità di spostamento, grado di adattamento) e all’intensità del cambiamento. Un esempio lampante e già presente, di grave impatto sugli ecosistemi, causato dal riscaldamento delle acque oceaniche, è il cosiddetto sbiancamento dei coralli che sta portando alla scomparsa di intere barriere coralline. Si stima che un aumento di 2 °C della nostra atmosfera, rispetto all’epoca pre-industriale, causerà la scomparsa del 99% delle barriere coralline.
LA FEBBRE DEL PIANETA: I SINTOMI NELLA NATURA
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- Scritto da GABRIELE ANTOLINI
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