Quando ci identifichiamo in uno stato d'animo o di pensiero e non riusciamo a vedere altri punti di vista, se non quello in cui siamo, cadiamo nella trappola dell'identificazione. Ci identifichiamo in ogni momento in qualche io di turno che vuole il palcoscenico della nostra vita. Una particolare sfumatura dell’identificazione è la considerazione interna.
Questo particolare stato di pensiero, si preoccupa di anticipare e di intuire in anticipo azioni altrui in base ai propri schemi e filtri. Per esempio: una volta mentre aiutavo un mio amico a fare un lavoro di bricolage, ci accorgemmo di non avere il trapano per appendere un pensile. Dissi: -vado a chiederlo al vicino che sta al piano di su, sicuramente non avrà problemi a prestarmelo-. Nel tempo che trascorse per fare un piano di scale, pensai: "ma se lo disturbo? Magari è sotto la doccia e si adira se suono. Magari è con la sua compagna e non vuole essere scocciato. Ma faccio in fretta, pochi minuti e andrò via. E se sta dormendo e lo sveglio? Ma se lo sta usando e poi mi dice che serve a lui? E se poi magari è sgarbato e mi dice di andare a comprarmelo?" Nel frattempo suonai e lui aprì la porta. Ma tienitelo il tuo trapano gli urlai in faccia! E andai via indisposto...
Questo tipo di identificazione non ci permette di interagire in maniera sana con il nostro interlocutore e ci pone in condizioni di indisporre la relazione e di non portare a termine il nostro obbiettivo.
Vi è mai capitato di prendere "lucciole per lanterne" o di capire "aglio per cipolla"?
Ad una nostra amica, Marisa, una volta è capitato di comprare i suoi biscotti preferiti. Si è poi seduta in una panchina al parco, e vicino stava un signore. Ad un certo punto Marisa vede il pacco dei biscotti sulla panchina (caspita, mi sono caduti dalla borsetta, pensò) e lo aprì per assaggiarne uno. Il signore seduto vicino a lei, assaggiò un biscotto e lei lo guardò costernata. Assaggia assaggia, l'uomo prese l'ultimo biscotto, lo spezzò e ne diede la metà a Marisa. Lei si indispose e andò via molto scocciata. Arrivò a casa e con meraviglia si accorse che il pacco dei biscotti che aveva comprato era ancora intatto nella borsetta...
Questo particolare stato di pensiero, si preoccupa di anticipare e di intuire in anticipo azioni altrui in base ai propri schemi e filtri. Per esempio: una volta mentre aiutavo un mio amico a fare un lavoro di bricolage, ci accorgemmo di non avere il trapano per appendere un pensile. Dissi: -vado a chiederlo al vicino che sta al piano di su, sicuramente non avrà problemi a prestarmelo-. Nel tempo che trascorse per fare un piano di scale, pensai: "ma se lo disturbo? Magari è sotto la doccia e si adira se suono. Magari è con la sua compagna e non vuole essere scocciato. Ma faccio in fretta, pochi minuti e andrò via. E se sta dormendo e lo sveglio? Ma se lo sta usando e poi mi dice che serve a lui? E se poi magari è sgarbato e mi dice di andare a comprarmelo?" Nel frattempo suonai e lui aprì la porta. Ma tienitelo il tuo trapano gli urlai in faccia! E andai via indisposto...
Questo tipo di identificazione non ci permette di interagire in maniera sana con il nostro interlocutore e ci pone in condizioni di indisporre la relazione e di non portare a termine il nostro obbiettivo.
Vi è mai capitato di prendere "lucciole per lanterne" o di capire "aglio per cipolla"?
Ad una nostra amica, Marisa, una volta è capitato di comprare i suoi biscotti preferiti. Si è poi seduta in una panchina al parco, e vicino stava un signore. Ad un certo punto Marisa vede il pacco dei biscotti sulla panchina (caspita, mi sono caduti dalla borsetta, pensò) e lo aprì per assaggiarne uno. Il signore seduto vicino a lei, assaggiò un biscotto e lei lo guardò costernata. Assaggia assaggia, l'uomo prese l'ultimo biscotto, lo spezzò e ne diede la metà a Marisa. Lei si indispose e andò via molto scocciata. Arrivò a casa e con meraviglia si accorse che il pacco dei biscotti che aveva comprato era ancora intatto nella borsetta...