A volte a ingabbiarci non sono solo delle sbarre esterne e materiali, ma anche e più profondamente i sensi di colpa per gli errori commessi. Il mondo difficilmente ci perdona, ma riuscire a perdonare noi stessi ci regala la libertà più importante, quella interiore.
Il dubbio e la contraddizione da sempre tormentano gli esseri umani, i quali ricercano sicurezza in scelte nette e dualistiche. Questo però impedisce l’essere integri, poiché in ogni opposto risiede un senso irrinunciabile e una parte che spinge per essere riconosciuta dalla coscienza.
Da dove ci arriva il concetto di peccato e di punizione divina? Il castigo è davvero un’azione possibile di Dio nei nostri confronti, oppure è un’invenzione dell’uomo dovuta al bisogno di sentirsi giusto, amato e protetto in base ai propri comportamenti?
Il nostro modo di vedere la vita, la nostra personalità e i nostri codici più profondi si costruiscono attraverso le relazioni della prima infanzia e gli sguardi ricevuti e penetrati nel cuore. Questo segna l’impronta della relazione che da adulti avremo con noi stessi e con gli altri.
Il giudizio verso le persone che compiono atti violenza ci allontana dalla possibilità di vederne l’umanità e comprendere il dolore animico che conduce agli atti deprecabili. La distanza dal reietto fuori di noi segna anche la distanza dal dolore che è dentro di noi.